Probabilmente il film più dichiaratamente politico del regista americano, “Essi Vivono”, rappresenta per lo stesso Carpenter una visione non troppo fantastica dell’epoca Reaganiana vissuta negli Stati Uniti durante gli anni ’80. Una società evidentemente basata sul capitalismo, sul benessere, che tende a “nascondere”, a non farci vedere l’altra facciata della verità, popolata da persone che, spesso, neanche posseggono gli occhi per piangere…un po’ come ha fatto il sindaco Giuliani a New York, a detta del regista che, a suo dire, ha relegato gli abitanti meno fortunati, nella parte della città non visibile al resto del mondo. Un po’ come spazzare la polvere da casa, insomma. Il protagonista del film, l’ex campione di Wrestling Roddy Piper, qui nella sua migliore interpretazione tra i tanti scadenti film di azione da lui interpretati, veste i panni di un manovale in giro per la città alla ricerca di un lavoro che, casualmente, riesce a scoprire la verità attraverso un paio di occhiali neri. Indossandoli, scopre che tutto quello che sta vedendo con i suoi occhi, è soltanto una visione delle cose che qualcun’altro ci ha abituato a farci vedere. La verità quindi, è visibile in bianco in nero mentre gli alieni, credono di convincerci che il nostro è un mondo “a colori”. In realtà, sotto ogni manifesto pubblicitario, sotto ogni immagine televisiva, sotto ogni pagina di qualsiasi giornale, si celano dei misteriosi messaggi subliminali che tendono a renderci schiavi della volontà di una civilità aliena. Essa stessa apparentemente simile alla razza umana, in realtà composta da orribili mostri dal corpo scarnificato e dai volti simili a dei teschi, comunicante tra di loro ( non a caso ) attraverso preziosissimi Rolex d’Oro. Il film è un crescendo di tensione e di orrore, che conosce il suo momento probabilmente più emozionante, in tutta la parte nella quale il protagonista scopre casualmente l’esistenza degli alieni che sfocia in una entrata in banca armato di fucile con tanto di esclamazione ( “raccomandate l’anima al creatore: sono venuto ad annientarvi” ). Memorabile l’entrata in scena del protagonista, all’inizio…la macchina da presa che inquadra un muro con su scritto “They Live” per poi spostarsi verso una vecchia ferrovia…dalla quale vediamo arrivare questa sorta di “antieroe”, sicuramente uno dei più inusuali della storia del cinema sotto le note della bellissima “Back to the street” suonata dallo stesso Carpenter. Più amara e cinica la prima parte del film, più indirizzata al divertimento e allo humour la seconda fino ad arrivare ad un finale beffardo e bellissimo. Straordinaria, come sempre, la colonna sonora. Sceneggiatura di un tal Frank Armitage, probabilmente ennesimo pseudonimo dello stesso Carpenter.
http://youtu.be/f0oZLq17pKo